Gardener racconta il percorso della «Latemar»
Cos’ha di speciale la Latemar Mountain Race della Val di Fiemme? Soprattutto un territorio e un percorso unico e incantevole, come racconta l’atleta di casa Stefano Gardener, sportivo del Centro dei Carabinieri, fino allo scorso anno atleta di Coppa del Mondo nello sci di fondo con un 22° posto nello skiathlon ai mondiali di Oberstdorf 2019 e un quarto nella staffetta di Lahti 2020, quali migliori risultati presenti nel pedigree. Il trentaduenne di Tesero sarà certamente fra i protagonisti, domenica 10 settembre, della quinta edizione della competizione organizzata dall’Us Cornacci, valida come ultima delle tre tappe del circuito Trentino Mountain Cup.
«Per me è la gara delle gare, – racconta Gardener – perché ha un valore emotivo straordinario. Fra l’altro sono salito sul podio in tre occasioni, due volte terzo nel 2022 e nel 2021 e secondo nel 2018 nel precedente percorso quando l’arrivo era a Tesero. Mi mancherebbe solo la prima posizione, ma non sarà per nulla facile infrangere questo tabù, perché i rivali sono agguerriti».
Fra gli oltre 150 iscritti ci sono infatti anche il lecchese Luigi Pomoni, il fodome Filippo Beccari e il trentino Andrea Debiasi, mentre la sfida femminile presenta l’interessate testa a testa fra la vicentina Martina Cumerlato e la trentina Giulia Marchesoni. In attesa delle iscrizioni dell’ultima ora, che per quanto riguardano i big runner non mancano solitamente di regalare sorprese.
Tornando al percorso di gara è identico a quello delle ultime edizioni, con uno sviluppo di 25 km e 1.680 metri di dislivello. «Al di là dell’aspetto sentimentale, – prosegue Gardener – affrontare la Latemar Mountain Race, oltre a sfidare se stessi e il cronometro, consente ad ogni partecipante di emozionarsi per il contesto paesaggistico. I transiti a Cresta Agnello, al rifugio Torri di Pisa e alla Forcella dei Camosci valgono ogni sforzo fisico che si compie per arrivarci. Ogni atleta di corsa in montagna dovrebbe parteciparvi almeno una volta nella vita. Dopo la partenza da Pampeago, la prima parte del percorso verso Baita Caserina, località La Bassa e Croce Cornon è abbastanza veloce e corribile, fino all’arrivo ai piedi del Monte Agnello, dove la verticalità si fa sentire. Questo transito lo trovo meraviglioso, sia in salita sia in discesa verso Passo Feudo, affrontando un sentiero in cresta con all’orizzonte l’incantevole catena del Lagorai. Arrivano al passo poi inizia il tratto più impegnativo verso il rifugio Torri di Pisa affrontandolo con i bastoncini, dove ci si immerge nei colori dell’enrosadira dolomitica, fra guglie e creste in quota. Segue il tratto più tecnico, ma pure il posto più panoramico, che si apre sull’anfiteatro del Latemar. La prima discesa, così come la seconda dopo la Forcella dei Camosci, sono tecniche e richiedono attenzione e gestione delle energie. Scesi poi ad Obereggen, il conseguente tratto verso Passo Pampeago non è comunque da sottovalutare pur essendo scorrevole. Poi non rimane altro che l’ultima discesa verso il traguardo».
Una gara da gustare tutta d’un fiato, dunque, la Latemar Mountain Race, che offre anche la possibilità di cimentarsi nel percorso più breve della versione Trail Experience, di 15 km e 730 metri di dislivello.
Le iscrizioni per entrambe le gare sono ancora aperte, basta compilare l’apposito form sul sito www.latemarun.com/iscrizioni.