La Millegrobbe classica parla straniero
Svezia e Giappone a braccetto, oggi sull’Altopiano di Lavarone, per siglare il successo della prima tappa, quella della 30 km in classico, alla 29.a edizione della Millegrobbe in una giornata tutta da incorniciare, a partire dalle condizioni meteo che hanno regalato scorci affascinanti di un territorio che sembra proprio votato allo sci di fondo.
Jimmi Johnsson, alla sua prima presenza alla Millegrobbe, ha “sprintato” sul traguardo con il connazionale svedese Anders Palmer, buon conoscitore di questa gara e secondo per soli 19/100. Sul podio è salito anche l’abruzzese Biagio Di Santo ritornato alle gare dopo due stagioni di stop.
Tra le donne non c’è stata storia: come previsto, la giapponese Masako Ishida ha “ucciso” la gara femminile, ma soprattutto ha “freddato” un sacco di atleti maschi. Si è piazzata decima assoluta, segno di un passo, quella alternato, che in vista di Vancouver è decisamente lesto.
Le iscrizioni della Millegrobbe sono schizzate velocemente oltre quota 500 per le due tappe, mentre alla gara in classico oggi erano in 400 al via, e dunque è stato emozionante il momento della partenza con i concorrenti schierati sui 6 binari nella piana del Centro Fondo Millegrobbe.
I più forti hanno subito sgomitato uscendo indenni dal gruppone, e così in testa si è creata una locomotiva con i tre svedesi Johnsson, Palmer e Sjostrom e incollati Di Santo, Kargruber e Braus. Poi dietro un lungo treno che, chilometro dopo chilometro, si è sfilacciato man mano che i binari da sei calavano a due. Lasciato il Centro Fondo, prima di inoltrarsi verso le quote più alte i tre svedesi hanno cercato di fare forcing e ci sono riusciti, scrollandosi di dosso gli avversari più pericolosi ma non Biagio Di Santo ed un veloce Braus. Più staccato, in solitaria, li seguiva Kargruber e dietro un terzetto con Roberto De Zolt che sembrava stentare ad ingranare la marcia giusta, in compagnia di Giacomelli e Zorzi.
Dopo una decina di chilometri De Zolt agganciava Kargruber, che non era molto reattivo. Prima di arrivare a Malga Costesin la situazione cambiava fisionomia e cominciava a delinearsi la giusta gerarchia di gara. Di Santo da parte sua cercava di stuzzicare gli svedesi, il ritmo cresceva vorticosamente col risultato che al comando rimanevano in tre, Di Santo, Palmer e Johnsson, e poco dopo si agganciava anche De Zolt con Sjostrom che accusava le sferzate di Di Santo.
A circa metà gara a Malga Costesin, Roberto De Zolt, riscaldato il diesel, si metteva al comando del gruppo di testa, con gli svedesi che controllavano la situazione insieme a Di Santo. Dietro Kargruber seguiva a vista i fuggitivi mentre alle sue spalle Braus, Giacomelli e Zorzi erano le avanguardie degli amatori “veri”.
La gara a quel punto non ha più avuto gran storia, tranne qualche scaramuccia nel gruppo di testa e con gli svedesi in difesa e mai all’attacco. Soprattutto Palmer sembrava soffrire i continui cambi di ritmo, tanto che al traguardo poi ha ammesso di aver superato spesso la soglia e con l’acido lattico che gli “torceva” i muscoli.
A Malga Millegrobbe di Sopra, De Zolt è apparso per primo nella veloce discesa “a uovo” che riportava la gara nella piana del centro del fondo, ma aveva fatto male i conti con gli svedesi che, preso fiato, si sono messi a tirare per portarsi insieme in dirittura d’arrivo, lanciando lo sprint ai 30 metri. Un finale a due fra Johnsson e Palmer, insomma, con “spettatore” Biagio Di Santo, terzo a 14”, bravo a tenersi dietro De Zolt che ha pagato a caro prezzo il rientro sui fuggitivi e la sua foga a metà gara.
Quinto il terzo svedese Sjostrom, poi Kargruber e via via tutti gli altri, mentre il sole scaldava tutto l’ambiente.
La gara femminile è stata tutta all’insegna della giapponesina che, fedele al motto “veni, vidi, vici” in poche bracciate si è infilata alle spalle dei migliori e tra lo stupore generale andava ad avvicinarsi sempre più alla testa della corsa. A metà gara era al 13° posto, poi ha recuperato ancora tanto da piombare sul traguardo decima assoluta, davvero un tempone, con un distacco da Johnsson di circa 5’.
Applausi per lei, che ha avuto appena il tempo di gustarsi la coppa e le interviste, poi via di corsa verso Malpensa per imbarcarsi per il Giappone, dove trascorrerà un brevissimo periodo in famiglia prima di spostarsi a Vancouver per i Giochi Olimpici, dove disputerà in particolare la 30 km in classico, proprio come oggi sull’altopiano di Lavarone.
Lei che è una da punti pesanti in Coppa del Mondo, non può far testo sulla classifica femminile, che registra seconda l’intramontabile Eugenia Bitchougova davanti a Valentina Beltrami.
Domani seconda tappa, in tecnica libera. Gi svedesi saranno un po’ in affanno e gli italiani potranno sperare anche nella classifica generale, che somma i tempi delle due giornate. Non c’è la Ishida, ovviamente.
Partenza alle ore 10.00, ancora 30 km ma in tecnica libera e nuovo tracciato.